venerdì 17 aprile 2015
MUOS e sesso degli angeli, ovvero si discute mentre avanzano i barbari
MUOS e sesso degli angeli, ovvero si discute mentre avanzano i barbari
Si narra che, mentre i valorosi difensori della Costantinopoli assediata nel maggio 1453 dalle truppe del Sultano Maometto II pugnassero valorosamente per la difesa dell'ultimo bastione della Civiltà e dell'Occidente, con a capo l'Imperatore Costantino XI Paleologo, che eroico moriva in battaglia (è un santo della Chiesa), i teologi cristiani discutessero del sesso degli angeli. E' una espressione non a caso italiana, la quale sintetizza lo stato in cui ci si trova allorchè, in corso una invasione del nemico, si perde tempo in fatti inutili.
Il caso del MUOS insegna. Lo Stato ricorre contro poteri dello Stato (CGA contro Tribunale di Palermo, il Ministero della Difesa che presenta ricorso che verrà discusso a luglio, avverso la decisione del giudice che nella capitale sicula ad inizio aprile "decide" di dichiarare illegittimo il funzionamento del sistema di difesa USA), mentre l'invasione dei disperati provenienti dall'Affrica fra i quali, se ne accorgerebbe pure un infante ed è bene che il Procuratore di Palermo lo abbia detto, gli infiltrati del terrorismo islamista ci sono senza dubbio, e non da oggi, continua con la connivenza stupida delle nostre autorità. Diciamo così perchè settimane fa si lesse sui giornali delle nostre navi militari che si apprestavano a schierarsi al largo delle coste libiche, innanzi ad una ex nazione in balìa dei terroristi, onde frenare gli sbarchi. Delle due l'una: o i nostri valorosi marinaj si affacciano dai boccaporti e assistono e in qualche caso imbarcano fino alle nostre coste (ma loro eseguono ordini, la responsabilità è dei superiori...) gli "invasori", oppure è il solito bluff giornalistico, per placare gli animi.
Vedremo comunque se la visita del Presidente del Consiglio negli Stati Uniti porterà qualche risultato in merito alla vicenda MUOS che, di per sè, appare grottesca se non fosse ridicola: in una parola, tutta italiana. Qui le responsabilità della Sicilia, politicamente parlando, diremmo siano risibili. Si ricordi che per Statuto speciale la sicurezza e la difesa spetta allo Stato, non alla Regione (fatti salvi i poteri di polizia locale, che nessun Presidente ha voluto applicare...). Come spetta allo Stato costruire (e fare crollare...) le strade. Quello Stato nazionale di cui facciamo parte e a cui effondemmo sangue su sangue, specie durante la Grande Guerra, or sono cento anni, e che continua a trattarci come pseudocolonia.
Possibile che un governo nazionale degno di questo nome possa permettere che un qualunque tribunale si permetta di bloccare una installazione essenziale per la sicurezza della Patria e dell'Occidente (e qui nessuna retorica, se si comprende a che serve il MUOS), con la scusa dell'inquinamento ambientale? Sì, perchè il gruppo di facinorosi sempre pronto a manifestare a priori contro gli "yankee", se ne impipa delle risultanze degli esperti del Ministero della Sanità che delineano ben altre conseguenze che quelle dannose da loro ipotizzate: e se per caso costoro verificassero l'effetto che ore e ore di telefonini trasmettono ai cervelli umani, la smetterebbero con la retorica dei danni, che comunque le antenne trasmittenti delle molte compagnie telefoniche installate sui tetti di case private e luoghi pubblici, provocano in modo silente e senza nessun clamore politico.
Dobbiamo vergognarci di questa situazione? Forse. Che dicono negli USA? Meglio non saperlo, a volte. Gli è che la Sicilia, se si fosse seguita la politica non tanto dell'indipendentismo di Finoccharo Aprile (quella è stata attuata federalisticamente, non solo con la promulgazione da parte di Umberto II dello Statuto: non si dimentichi mai la famosa lettera che il grande Andrea scrisse nel febbraio 1945 alla signora Roosevelt, con la frase per cui la Sicilia deve essere "la longa manus degli Stati Uniti in Europa"...), quanto quella del MASCA (il movimento politico di Salvatore Giuliano che propugnava l'annessione alla Conferedazione Americana) e della "49° Stella", l'altra frangia indipendentista avente sede a Catania che, spinta da Concetto Battiato, auspicava come il filone giulianeo la federazione de facto agli USA, questi ed altri problemi non sarebbero sorti.
Seppure i fatti per motivazioni geostrategiche siano andati diversamente e non del tutto male, dal 1943 agli anni '90 del XX secolo, ci si avvede in giorni pericolosi come gli attuali, che una classe politica di irresponsabili sta mettendo a repentaglio la vita dei siciliani e di tutto il popolo italiano, con il blocco del funzionamento del MUOS nonché con la possibile smania di attentati che i molti infiltrati dal fanatismo islamista possono compiere. Dovunque, comunque. Il massacro del Museo di Tunisi insegna. Sappiamo bene quanto i nostri luoghi d'arte siano sguarniti, poco vigilati, specie in Sicilia. Servirebe una sorta di "milizia volontaria" per la salvaguardia dei luoghi sensibili, non può bastare la pur volenterosa forza di polizia, o l'Esercito che è schierato quando serve. Ma fare codeste proposte, che nessuno formula concretamente, può apparire pericoloso, non politicamente corretto. Ci indignamo se qualche pazzoide distrugge statue millenarie in Iraq: ma ci si chiese come evitare che i templi di Agrigento o il teatro romano di Catania o il santuario di Tindari possano essere vulnerabili a cotali attentatori isolati, peraltro dispostissimi a morire per un universo a noi culturalmente antitetico? Meglio non pensarci? Eh, già, speriamo che non succeda!
Intanto il programma per la sicurezza dell'Europa strutturato dagli alleati americani, MUOS, deve attendere i cavilli dei giudici e le scartoffie dei tribunali. Appunto, il sesso degli angeli mentre le mura di Costantinopoli vengono scalate. Con la differenza che allora vi furono dei valorosi che morivano, Costantino XI in testa, per la Cristianità. Adesso muojono i poveretti solo perchè fidenti nel Messìa di Israele... Ma contiamo su un fatto incontrovertibile: millenni di invasioni in Sicilia, non hanno mai piegato la gens, il vero popolo: noi siamo un'altra razza. "Sempre la stessa " razza, avrebbe detto De Roberto. E questa razza ha resistito ai Romani,ai Saraceni, a ciascuno degli invasori, a volte tagliando loro le gole. I Vespri del 1282 ne fanno memoria. Diciamo solo e unicamente il Popolo. Il popolo siciliano sa difendersi e, all'occorrenza sa pure diventare selvaggio. Se non è difeso da nessuno, si difenderà da sè, allorquando vengono toccati i sancta sanctorum di esso: la casa, la famiglia, la terra, il clan. E non siamo poi tanto lontani. Questione di qualche decennio, con tale andazzo. Se la Gran Madre non ce lo risparmia.
La Vergine Siciliana dell'Odigitria vegli!
F.Gio
(Nelle immagini: le antenne del MUOS a Niscemi; il massacro degli abitanti di Costantinopoli, in una miniatura coeva, XV secolo)
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