mercoledì 11 novembre 2015

11 novembre: genetliaco di Sua Maestà il Re d'Italia Vittorio Emanuele III






11 novembre: genetliaco di Sua Maestà il Re d'Italia Vittorio Emanuele III

Vogliamo ricordare il genetliaco del Re Vittorioso, con le parole della celebre lauda del D'Annunzio, di cui riportiamo qualche verso: i poeti han di eccelso il dono d'esser visionari, e come si può leggere con un fremito di tristezza, anche il nostro, nell'accenno all'esilio di Carlo Alberto, vide nel Re venuto "dal Mare" (Vittorio Emanuele seppe dell'assassinio di Re Umberto mentre era in crociera nei mari di Grecia, e solo sbarcato a Messina nell'agosto 1900 fu salutato Re d'Italia) il Destino fatale che lo portava nuovamente suol mare, nel molo di Posillipo, quella mattina del maggio 1946, verso il lontano Egitto. Con lui, andava in esilio una certa idea di Italia che nel nostro piccolo, come tanti altri in tutto il territorio della Patria, cerchiamo di mantenere viva.
Chi infine volesse leggere un saggio sul gran Sovrano, si colleghi a codesta pagina, qui il link:
 http://letterecatinensi.blogspot.it/2009/01/vittorio-emanuele-iii-un-grande-re.html


Al re Giovine (dalle Laudi, libro secondo, Elettra)

Nella gran bandiera
che agitarono i venti marini
a poppa della nave guerriera
tutt'armata di ferro gigante
contra i ferrei destini,
nella gran bandiera
di battaglia e di tempesta
avvolgi il tuo padre esangue,
coprigli la bianca testa,
consacragli il petto forte
con quella croce raggiante,
o tu, della purpurea sorte
erede, che navigavi il Mare,
Giovine, che assunto dalla Morte
fosti re nel Mare!
(...) T'elesse il Destino
all'alta impresa combattuta.
Guai se tu gli manchi!
E' perigliosa l'ora.
Ma tu sai che il periglio
è la cintura pe' fianchi
dell'eroe. Dal sangue vermiglio
fa che nasca un'aurora!
La fortuna d'Italia
prese l'ali sul campo
d'una battaglia perduta.
Ricordati d'un altro padre
partito per un più triste esiglio,
Giovine, che assunto dalla Morte
fosti re nel Mare.
(...) T'elesse il Destino
all'alta impresa audace.
Tendi l'arco, accendi la face
colpisci, illumina, eroe latino!
Venera il lauro, esalta il forte!
Apri alla nostra virtù le porte
dei dominii futuri!
Ché, se il danno e la vergogna duri,
quando l'ora sia venuta,
tra i ribelli vedrai da vicino
anche colui che oggi ti saluta,
o tu che chiamato dalla Morte
venisti dal Mare,
Giovine, che assunto dalla Morte
fosti re nel Mare.

                                                               Gabriele D'Annunzio

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