sabato 24 giugno 2017
Piacevole conviviale estiva siciliana di Guardie d'Onore e Ordini Dinastici per il genetliaco di SAR Emanuele Filiberto di Savoia
Piacevole conviviale estiva siciliana di Guardie d'Onore e Ordini Dinastici per il genetliaco di SAR Emanuele Filiberto di Savoia
Sapientemente organizzata dalla sezione Vicaria di Catania degli Ordini Dinastici di Casa Savoja, diretta dal Cav.Uff. Avv. Giovanni Vanadia e dalla delegazione catanese dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, guidata dal Cav.Uff. Ing. Salvatore Caruso, si è svolta il 23 giugno u.s. la cena conviviale, in onore di SAR Emanuele Filiberto di Savoja Principe di Piemonte e Venezia, che il giorno precedente festeggiò il suo genetliaco.
In un noto locale della collina catanese, i convenuti, tra Guardie d'Onore ed insigniti -i cui ruoli sovente coincidono-, si amalgamarono in atmosfera di festa per la sospensione estiva delle attività della Delegazione INGORTP e degli OO.DD., che come di consueto riprenderanno a fine settembre. Fu una piacevole occasione la quale, oltre al doveroso omaggio al Principe erede della millenaria dinastia di Savoja a cui l'Italia deve la sua unità, e la Sicilia lo Statuto speciale autonomista, vide insieme il Delegato regionale degli OO.DD. Gr.Uff. Avv. Francesco Atanasio e signora, con le delegazioni di Siracusa, Enna e Messina, quest'ultima guidata dal rev. Don Andrea Di Paola. Col brindisi rituale in onore di SAR Emanuele Filiberto, anche se la conviviale fu informale, si convenne onde stabilire e consolidare quei legami sociali, indispensabili tra i monarchici di Sicilia, che numerosi intendono manifestare la loro fede e devozione all'augusta sabauda dinastìa. Tra i presenti, l'Ispettore INGORTP Sicilia Giuseppe Restifo, il Comm. Francesco Calabrese Di Martino e signora, le GdO di Catania anche insigniti OMS Giuseppe Valore con la sorella Pina, Grazia Caruso, Vincenzo Villani, Vito Aversa, Giuseppe Campanella, Francesco Giordano, Enza Speranza e Luciano Costanzo, Cecilia Vanadia, le GdO Giuseppe La Torre, Marco Dolci, i Consultori Filippo Cuva, Pietro Suriano e Mauro Guarino con le consorti, alcuni simpatizzanti e i molti altri delle province messinesi siracusane ed ennesi.
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giovedì 22 giugno 2017
Chi nasconde la verità sul terrorismo islamico? Un interessante articolo...
La polizia tedesca ordina: non dite la verità sul terrorismo islamico
La premessa dà già il tono:Il Corriere del Ticino, principale testata del gruppo che dirigo, ha pubblicato questa mattina un documento riservato del Bundeskriminalamt (BKA) la Polizia criminale tedesca. Si intitola «Come agire in presenza di attacchi terroristici” e contiene le linee guida sulle informazioni da trasmettere alla stampa in queste circostanze. L’intenzione è lodevole: evitare il diffondere di allarmismi, ma le conseguenze pratiche sono sorprendenti. E inquietanti.
“Nell’anno elettorale 2017 non ci sarà alcun attentato, almeno se si sarà in grado di evitarlo. Ciò significa che, non importa quanto siano sicuri dei fatti i funzionari in campo, davanti alla stampa e all’opinione pubblica, per cominciare, si deve negare sempre tutto. Lo staff di consulenza del Governo ha bisogno di tempo per illustrare l’accaduto e per mettere insieme un racconto credibile agli occhi dell’opinione pubblica».Capito? E ancora:
«Le lettere di rivendicazione devono essere citate solo se necessario, ma senza fornire particolari. In caso di dubbio, escludere l’attacco terroristico. Divulgare la teoria dell’autore singolo, come pure quella della persona psichicamente disturbata. In aggiunta: evitare sempre, per cominciare, di parlare di IS (Stato islamico, n.d.r.) o di Islam».L’autore dello scoop, Stefan Müller, cita un esempio concreto: l’attentato di Dortmund dell’11 aprile contro il bus dell’omonima squadra di calcio. La polizia, dopo una decina di giorni, annunciò che era stato compiuto da Sergej W. (28.enne russo-tedesco nel frattempo arrestato a Tubinga), che aveva ordito l’attentato per speculare in Borsa. Versione, che all’epoca aveva suscitato non poche perplessità. Dal documento scoperto dal Corriere del Ticino si scopre che era giunta una rivendicazione dell’Isis, mai però comunicata ai media. Inevitabile chiedersi adesso: Chi è stato davvero? Sergei o un fanatico del Califfo?
Molto interessante anche la parte del documento in cui, rilevando un netto aumento dei fenomeni terroristici in Europa, si osserva che il quadro è andato peggiorando con «l’apertura delle frontiere da parte di Merkel». Ovvero la Polizia criminale tedesca avvalora l’equazione che le sinistre tendono a liquidare come un pregiudizio o un teorema populista: più immigrati fuori controllo, più terrorismo. La BKA parla di un traffico di passaporti rubati usati dagli attivisti dell’Isis in Europa.
«Dieci milioni di visitatori stranieri all’anno entrano in Germania con passaporti falsi o rubati. In tal senso è possibile correlare la quantità di passaporti rubati con Al Qaeda (IS) e le attività terroristiche islamiste».Sono menzognere anche le cifre sull’immigrazione clandestina, almeno quelle comunicate in Germania. Leggete questo passaggio del rapporto:
«La percentuale degli ingressi illegali è cresciuta del 70%. I colleghi italiani prevedono l’arrivo di circa 350 mila, fino a 400 mila migranti dall’Africa nell’anno 2017. Verso l’esterno, alla stampa e ad altri media, indichiamo una cifra di 250 mila unità».E lo stesso vale per i crimini ordinari commessi dagli immigrati. Nel 2015 erano 309 mila, nel 2016 sono saliti a 465 mila. Queste cifre, peraltro, non contengono reati contro l’asilo e la socialità.Ma “ai media – si legge nel rapporto – si parla rispettivamente di 209 mila reati e di 295 mila». Ben 170 mila in meno.
Decisamente esplosivo questo passaggio del rapporto:
«Mai parlare di migranti economici. La sollecitazione giunge direttamente dal ministro della Cancelleria e dal portavoce del Governo. Queste indicazioni sono tassative, per chi non le rispetta sono previste sanzioni severe, procedure disciplinari e il licenziamento dalla polizia».Sia chiaro: le autorità, da sempre, si riservano una certa discrezionalità nel diffondere le notizie più sensibili o per proteggere agenti infiltrati. Non dicono mai tutta la verità, com’è ovvio. Ma il quadro che emerge da questo rapporto va oltre i normali confini dell’intelligence.
Quando si modificano sistematicamente le statistiche, quando si tenta di dissimulare gli attentati fino a dare istruzioni per fabbricare versioni credibili agli occhi dell’opinione pubblica, quando un governo vieta di parlare di “migranti economici” si è in presenza di un metodo per la creazione di Post Verità governative o, se preferite, di una manipolazione sistematica delle informazioni.
E tutto questo al fine di non turbare il processo elettorale, dunque di non intralciare la campagna elettorale della cancelliera Merkel.
Cose che capitano nella democratica Germania.
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa/2017/06/20/la-polizia-tedesca-ordina-non-dite-la-verita-sul-terrorismo/#
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