sabato 16 dicembre 2017
mercoledì 6 dicembre 2017
Onore a Re Michele I di Romania, 1921-2017
Onore a Re Michele I di Romania

La Real Casa di Epiro esprime alla Famiglia Reale di Romania ed alla Principessa Margherita, Custode della Corona, nonché a tutto il popolo rumeno, che ama l'istituzione monarchica, le più profonde condoglianze per la morte di Sua Maestà il Re Michele I di Romania
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giovedì 2 novembre 2017
Ius culturae...
Riceviamo e pubblichiamo:
PARTITO DELLA
Alternativa Monarchica
alternativamonarchica@gmail.com
P.d.A.M.
COMUNICATO STAMPA
Oggetto: Ius Culturae
02/11/2017
Il Partito della Alternativa Monarchica comunica: le drammatiche conseguenze per l'Italia non sarebbero determinate solo dallo Ius Soli ma anche dallo Ius Culturae, che viene tenuto ben nascosto nei salotti TV. La materia è complicata e coinvolge la legge vigente. Per lo Ius Soli: chi nasce e studia in Italia ha la cittadinanza, a patto che uno dei genitori abbia il permesso di lungo periodo. A questo punto il bambino è italiano ma i genitori stranieri. Il punto dolente sono i ricongiungimenti famigliari, secondo la legge del 1992 uno straniero può ricongiungersi coi famigliari ma a certe condizioni: in primis dimostrare un reddito adeguato e un alloggio adeguato. Con un figlio italiano le cose cambiano: il cittadino italiano ha il diritto di ricevere i parenti di primo grado senza dover dimostrare alcun requisito. Questo significherà: famiglie di 3-4 persone che ricevono altrettante persone dall'Estero, tutti a carico di un “capofamiglia” magari precario o futuro disoccupato e tutti a carico del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Ius Culturae: il DDL prevede anche un'opportunità per gli stranieri tra i 12 e i 18 anni presenti in Italia. La possibilità è di diventare italiani dopo aver frequentato un corso di formazione professionale anche triennale. Questo vuol dire che: lo straniero presente nel centro d'accoglienza, o uno delle migliaia di “fantasmi” di cui magari non si sa nulla, frequenta un corso, eventualmente anche all'acqua di rose, e dopo tre anni diventa cittadino italiano. C’è da domandarsi chi gestirà il business dei corsi ed è alquanto probabile che sia il solito PD e i centri “cattocomunisti”… Ovviamente gli stessi “altruisti” che hanno gestito “l'invasione”. I buonisti sostengono però: “Ma c'è il requisito dei 6 anni di permanenza in Italia...” sì, ma quanti sanno dell'obbligo per i responsabili dei centri di accoglienza di dare a tutti gli ospiti la residenza fin dal primo giorno? Tutti i clandestini, compresi quelli che se ne sono già andati dai centri, hanno già la residenza in Italia, chi da 1, chi da 2 chi da 3 e più anni; per gli altri basterà dimostrare di essere arrivati qui da tot di anni. Quindi: attestato di partecipazione in mano, infarinatura di un lavoro e cittadinanza italiana. Poi anche per questi: ricongiungimenti famigliari, tutti a carico di un “lavoratore” che riesce a mantenere tutti i suoi parenti. Se per ogni straniero diventato “magicamente” cittadino ci saranno altri 3 o 4 famigliari ricongiunti dall'estero, a quel punto parliamo almeno di 1,5 milioni di nuove bocche da sfamare. Questa è la realtà dei fatti, queste sono le leggi, questo è la lungimiranza del DDL che genererà un paese di sottoproletari, in miseria, disposti a qualsiasi lavoro e un’Italia popolata da stranieri, prevalentemente non compatibili alla nostra società, e questa sarà la fine etnica e culturale dell’Italia.
Il Partito della Alternativa Monarchica
venerdì 27 ottobre 2017
Funerali e cremazione del Re di Thailandia Bhumibol, Rama IX, Bangkok 27 ottobre 2017
Questa è una monarchia... dove il popolo piange il Re Padre della Patria, che ha regnato per settanta anni... questa è la morte, per cremazione... due video molto belli ed esplicativi di come nel XXI secolo si viva il senso di regalità monarchica, Re e Popolo, e della fine del Tutto sulla pira sacra,...
martedì 3 ottobre 2017
lunedì 2 ottobre 2017
Intensa cerimonia al Capitolo degli Ordini Dinastici di Savoia 2017 a Ginevra
Intensa cerimonia al Capitolo degli Ordini Dinastici di Savoia 2017 a Ginevra
Una cerimonia intensa e di grande coinvolgimento fideistico ed emotivo, è stata quella svoltasi sabato 30 settembre all'Hotel Intercontinental di Ginevra, in occasione del capitolo degli Ordini Dinastici di Casa Savoja, quest'anno in Svizzera, terra da sempre ospitale per la Famiglia Reale sabauda. Oltre 250 partecipanti di altissimo livello, giunti da ogni continente, riuniti nel salone prestigioso con le luci della italica bandiera, hanno dato lustro all'evento che ha visto la rimessa dei diplomi dell'Ordine al Merito Civile di Savoja, rifondato da SAR il Principe Vittorio Emanuele nel 1988, nonché delle decorazioni dello stesso e dei diplomi ed avanzamenti dell'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro.
Le milizie di Casa Savoja, nell'ottica del rinnovamento e della Tradizione, si sono riunite sulle Alpi ginevrine in clima di gaja festa, come accade ogni anno, per stringersi sempre più vicino alla Real Famiglia, in questa occasione rappresentata dal Principe Vittorio Emanuele, Gran Maestro degli Ordini, da SAR il Principe Emanuele Filiberto, dal Gran Cancelliere SE Johannes Niederhauser che consegnò direttamente i diplomi, nonché dalla presenza molto gradita di SAR la Principessa Maria Pia di Savoja, sorella maggiore del nostro Principe, e di SAR Sergio di Iugoslavia, figlio della Principessa Maria Pia.
La consegna dei diplomi, secondo un perfetto protocollo, è stata semplice ma molto suggestiva: tra gli insigniti siciliani, Delegazione molto attiva capitanata dall'avv. Francesco Atanasio di Siracusa e dal Vicario per Catania Avv.Giovanni Vanadia, i presenti furono i proff. Bellinghieri e Savica di Messina, lo stesso Vanadia insignito del grado di Commendatore OMS, il signor Giuseppe Campanella della provincia etnea Cavaliere OMS e il Dottor Francesco Giordano di Catania, Cavaliere OMS, per le loro fattive e concrete benemerenze verso la Real Casa. L'Ordine al Merito di Savoia, istituito "in seno" all'Ordine Civile secondo lo Statuto, è di esso la forma moderna e merita ampia conoscenza: si pensi che Cavalieri dell'Ordine Civile di Savoja, istituito da Re Carlo Alberto, furono nominati, tanto per fare tre nomi, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi e Giovanni Pascoli. sicchè è grande la degnazione per esser, col poeta, "tra cotanto senno".
Molte le soavi ed elegantissime signore e signorine intervenute, non citiamo nessuna per non far torto alla muliebre bellezza di ciascuna, che è universale; fra i presenti quasi tutti i Delegati italiani, tra cui Stefano Di Martino della Lombardia, l'attivissimo Alessandro Santini della Toscana; tra gli altri insignito Cavaliere OMS Marco Lovison e del grado di Gran Croce del Maurizio e Lazzaro il Capitano di vascello Dott. Ugo D'atri, Presidente dell'Istituto per la Guardia d'Onore per le Reali Tombe del Pantheon, del quale almeno la metà degli insigniti fa già parte: D'Atri si è detto entusiasta e soddisfatto per la presenza delle Guardie all'evento, che dà la misura del grandissimo legame di ciascuno dei presenti, verso Casa Savoja. Le Guardie sono l'ossatura dei monarchici e col loro servizio militare alle tombe dei Sovrani italiani in Roma nel sacro Pantheon, garantiscono che il tricolore sabaudo non sia mai ammainato.
Dopo l'importante l'intervento, alla fine della cerimonia, con la benedizione prestigiosa di Monsignor Paolo De Nicolò, Priore degli Ordini Dinastici (ai quali sono stati ammessi o promossi molti esponenti del clero cattolico), a testimoniare come la Chiesa Cattolica Apostolica Romana veda nell'opera benefica e tradizionale di Casa Savoia e dei suoi insigniti, un baluardo ed un vessillo per la salvaguardia dei valori cristiani, ha preso la parola SAR il Principe di Piemonte Emanuele Filiberto, che ha innanzitutto ringraziato il papà, chiamandolo col titolo della tradizione Principe di Napoli, per l'impegno da sempre profuso verso gli Ordini... e qui l'assemblea si è sciolta nel più commovente degli applausi verso un uomo ormai di età, il Principe quest'anno ha compiuto ottanta anni, provato da ingiuste e vergognose vicissitudini giudiziarie conclusesi tutte per lui positivamente, ma che per ciascuno di noi (specie se si è nella generazione per cui può avere la stessa età del nostro genitore..) rappresenta la tradizione, il simbolo della Famiglia che ha unito la Patria nostra, e perciò gli si vuole un gran bene, come lo si può volere ai nostri papà, con tutti i loro lati. Come ha scritto quel principe del giornalismo che fu Ugo Ojetti (maestro fra l'altro di Indro Montanelli), nel celebre articolo del maggio 1937, "Battesimo al Quirinale", descrivendo l'evento storico, "così lo seguiremo fedelmente, finchè Dio vorrà".
Emanuele Filiberto ha precisato che il traguardo raggiunto quest'anno, cioè 800 mila euro donati dagli Ordini in beneficenza -tra gli atti, la ricostruzione del centro anziani e bambini a Norcia, il dono di un veicolo ai Pompieri tramite la delegazione di Montecarlo- dovrà essere superato per l'anno venturo, fissandosi l'obiettivo di oltre un milione di euro da donare a chi più ne ha bisogno: "è questo", ha detto con passione il Principe di Piemonte, "l'obiettivo degli insigniti, non tanto mettersi la rosetta o la medaglia", precisando come la veste di Cavaliere nel XXI secolo sia quella di defensor degli ultimi, di coloro che più meritano, nella visione sabauda e monarchica. Vi sono anche i momenti di cerimonia e ufficialità che servono a socializzare ma al presente, la Milizia è tra la gente e per la gente, verso quel popolo che ha sempre veduto in Casa Savoia il riferimento essenziale, anche dopo il referendum discusso del 1946, riferendosi agli italiani. E ancora oggi è così.
Il contributo delle Delegazioni americane alle attività di beneficenza è stato forte e massiccio, come delle altre, senza dimenticare che ogni contributo anche piccolo è sempre bene accetto. Erano presenti insigniti dalla Russia e molti come ovvio, da Francia, estremo Oriente e numerosissime nazioni. Il saluto finale del Principe Vittorio Emanuele ha coinvolto i presenti in una ovazione degna, composta ma vibrante di pathos, specie durante le note dell'Inno Sardo e della Marcia Reale: "Il nostro pensiero è sempre rivolto all'Italia perchè siamo Italiani...Vi ringrazio tutti per essere qui, siete e sarete la mia Famiglia", ha detto commosso l'erede al Trono d'Italia, e in questo anelito di fede l'assemblea si sciolse, suggellando legami nuovi ed antichi, nello spirito gagliardo dei tempi passati e dell'avvenire, col grido che fu delle nostre gloriose truppe e del popolo unito : sempre avanti, Savoja!
F.G.
martedì 5 settembre 2017
Akkuaria Bookstore: Il Regno d'Epiro nell'Europa di ieri e di oggi , in promozione

E' online il nuovo bookstore di Akkuaria edizioni con una promozione speciale per il volume sul Regno d'Epiro, per questo mese
http://www.akkuarialibri.com/product/il-regno-depiro-nelleuropa-di-ieri-e-di-oggi/
lunedì 4 settembre 2017
Libri per il fine estate...
Riceviamo e pubblichiamo:
PARTITO DELLA
Alternativa Monarchica
alternativamonarchica@gmail.com
Reggenza Nazionale P.d.A.M.
COMUNICATO STAMPA
Oggetto: Libri per il fine estate
04/09/2017
Con augurio di una buona lettura di fine estate, comunichiamo i titoli delle ultime opere edite da membri del Partito della Alternativa Monarchia e dai redattori della newsletter La Circolare Spigolosa:
Enzo Modulo Morosini “Libro d’Oro delle Famiglie Nobili e Notabili”, Michele Biallo Editore (quarta edizione in preparazione)
Aldo Colleoni, Francesco Giordano, Valery Pavlovich Yegorov, prefazione di Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia Gran Principe d’Epiro “Il Regno d’Epiro nell’Europa di ieri e di oggi”, Edizioni Akkuaria
Carlo Baratta “Genius Loci – Augusta Taurinorum”, Youcanprint.it
Matteo Cornelius Sullivan “Interviste agli ultimi veterani della seconda guerra mondiale - edizione economica”, Youcanprint.it
V.E. Pareto “The Flagstad”
Vittorio Emmanuel Pareto “The Cookbook”
Vittorio E. Pareto “The Brazilian recipe book”
Matteo Cornelius Sullivan, Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia, Achille della Ragione “Interviste de La Circolare Spigolosa”, Youcanprint.it
venerdì 25 agosto 2017
Garibaldi a Catania, 24 agosto 1862 - 2017: la Legione Garibaldina ricorda l'Eroe dei due mondi
Garibaldi a Catania, 24 agosto 1862 - 2017: la Legione Garibaldina ricorda l'Eroe dei due mondi
Al fine di consolidare la appena raggiunta Unità italiana mercé l'opera dei volontari in camicia rossa e della Monarchia di Casa Savoja, Giuseppe Garibaldi sbarcava nuovamente in Sicilia nell'estate del 1862, dopo appena due anni dalla spedizione "dei Mille". Stavolta l'impresa era la conquista di Roma: si concluderà tragicamente, come sappiamo, col ferimento dell'Eroe ad Aspromonte, in Calabria, da parte delle truppe regolari dell'Esercito unitario che aveva ordini dal governo Rattazzi di bloccare il Generale, non giudicando opportuna in quel frangente l'impresa. Il governo Rattazzi cadrà per questo motivo pochi mesi dopo. A 155 anni di distanza, Catania nella persona del suo Coordinatore Comandante della Legione Garibaldina, Cav.Dott. Francesco Giordano, ha ricordato la presenza del Generale Giuseppe Garibaldi nella città etnea -dove non era stato nel 1860- , dal cui centro lanciò il celebre grido: "O Roma o morte!".
Entrato accolto da una fiumana di popolo in Catania, la notte del 19 agosto dalla porta fino ad allora detta Ferdinanda e in suo onore ribattezzata Garibaldi, e sceso dalla medesima via che da allora porta il suo nome, il Generale giungeva all'incrocio con via dei quattro cantoni con via Etnea alloggiando al Circolo degli Operaj, ove veniva accolto dal suo presidente Pizzarelli: da lì, come ricorda una lapide apposta nell'anniversario, lanciava come già a Marsala e Palermo, il celebre grido "O Roma o Morte", arrigando la folla.
Le autorità catanesi si dileguavano alla presenza dei garibaldini: il Prefetto Tholosano si rifugiava su una delle due navi da guerra della Regia Marina ancorate al largo del porto di Catania, i nobili conservatori andavano nelle ville di campagna con la scusa dell'estate: le truppe regolari avevano lasciato passare il Generale e i suoi 4 mila uomini, dopo un abboccamento a Misterbianco ove pare egli mostrasse, come in altre parti dell'Isola, un salvacondotto speciale: lettera autografa di Re Vittorio Emanuele con cui aveva avuto segreti colloqui, che lo autorizzava all'impresa? Non si saprà mai, il Re ufficialmente aveva deplorato le sommosse e le truppe di Cialdini e navali di Persano erano in movimento. Garibaldi stesso però ricorda nelle Memorie, "coprendo" Casa Savoia, che era venuto in Sicilia onde evitare conati di separatismo, di antica radice: bastò la sua presenza per acquietare le masse.
A Catania totalmente devota al garibaldinismo più che altre città siciliane, "degna di Palermo e della Sicilia intera, trovammo vulcano di patriottismo, uomini denaro vettovaglie per la mia gente": così ricordò il Generale nelle Memorie, perchè solo qui ebbe la totalità dei consensi e finanziamenti abbondanti.
Dopo aver girato la città onde fraternizzare coi catanesi, egli alloggiava nel Monastero dei Benedettini, la fortezza secolare, arca regia del potere dai tempi del Viceregno spagnolo, érta sulla sommità della collina civica, da cui si vede il mare: l'Abate Giuseppe Benedetto Dusmet, apostolo dei poveri che poi diveniva Cardinale di Catania e oggi Beato di santa Chiesa, lo ospitava ma non alloggiava col suo comando: solo il monaco Pantaleo, "ribelle" e per giunta cappuccino, non era ammesso dai nobili padri di San Benedetto. Dal balcone del monastero, Garibaldi pronunziava il discorso che qui trascriviamo integralmente:
Proclama agli Italiani di Giuseppe Garibaldi
Catania 24 agosto 1862
Italiani!
Il mio programma è sempre lo stesso – Voglio per quanto da me dipende, che il Plebiscito del 21 ottobre 1860 sia una verità, che il patto segnato dal Popolo e Re riceva piena esecuzione.
Io m’inchino alla Maestà di Vittorio Emanuele Re Eletto dalla Nazione, ma sono ostile ad un ministero che d’italiano ha solo il nome, d’un ministero il quale per compiacere alla Diplomazia ordinò nel mese di maggio gli arresti ed il processo di Sarnico, come oggi provoca la guerra civile del mezzogiorno d’Italia per assicurarsi le buone grazie dell’Imperatore Napoleone.
Un ministero siffatto non può, non deve essere più oltre sopportato – Inganna il Re, lo compromette come fece col proclama del 3 agosto, coll’ostinato municipalismo spinge al distacco le province meridionali, tradisce la Nazione.
La livrea di padrone straniero non sarà mai titolo di stima, di onore per alcun ministero fra noi.
Quand’io sbarcai in Sicilia. La generosa Isola stava sul punto si far sentire lo scoppio della sua disperazione – le provincie napoletane, niuno lo ignora, sono contenute solo da sorverchianti forze militari.
L’amore e la buona amministrazione dovevano essere i fattori dell’Unità Italiana – I municipali prefersero l’opposta via – Odio seminarono e odio in larga parte raccolsero.
Insensati! Vogliono, lo so, la guerra civile per aver campo di spegnere nel sangue l’avvenire della libertà e offrir vittime accette sull’ara del dispotismo.
Io non consentirò per altro che si compiano gli immani desiderii – La formula del Plebiscito salvi un’altra volta l’Italia – Cessi ogni preoccupazione locale di fronte al gran concetto unitario – Si unifichi il cuore e la mente delle genti italiche nel gran fine del nostro Risorgimento – Il pensiero e l’azione di tutti i patrioti s’hanno da volgere esclusivamente alla impresa liberatrice di Roma – Il resto a poi.
A Roma dunque, a Roma – Su, prodi del 48 e del 49, su gioventù ardente del 59 e 60 – Correte alla Crociata Santa – Noi vinceremo dacché per noi sta la ragione, il diritto nazionale, la coscienza universale.
Grandi speranze suscitammo nel mondo colla nostra rivoluzione – Bisogna più e più sempre giustificarle.
Son certo che il popolo italiano non mancherà al suo dovere – Così fosse fin da ora a noi compagno il prode Esercito nostro!
Italiani! Se qualche cosa io feci per la Patria, credete alle mie parole – Io sono deliberato o di entrare a Roma vincitore o di cadere sotto le sue mura – Ma in questo caso stesso ho fede che voi vendicherete degnamente la mia morte e compirete l’opera mia.
Viva l’Italia! Viva Vittorio Emanuele in Campidoglio!
G. Garibaldi
Erano intanto giunti due vapori e il Generale, scrive nelle Memorie, "dall'alto della torre" (in realtà la cupola: da allora in poi fino a non molti anni fa, dal lucernario di essa si levava una luce tricolore...) "del convento dei benedettini che domina Catania, salutai quelle navi con lo sguardo appassionato di un amante". Il giorno successivo egli e oltre 2500 uomini si imbarcavano al porto catanese su due piroscafi, Dispaccio ed Abatucci, uno italiano l'altro francese, di cui il Generale prese possesso giustificandosi pel fatto che, occupando Napoleone III Roma, egli ben poteva usare "un suo legno per una notte". Stipati gli uomini, non ne contennero le navi oltre duemila: le fregate della Regia Marina salpate, non impedirono il passaggio dei garibaldini. Dai documenti oggi pubblicati, la rabbia del Capo del Governo Urbano Rattazzi è evidente dai telegrammi in cui, corrispondendo coi Prefetti di Messina ed Acireale, non si capacita come le Regie navi abbiano potuto non fermare gli insorti: i comandanti avevano però ricevuto un telegramma, ove si invitava sibillinamente da Roma a pensare al "bene del Re e della Patria": Vittorio Emanuele II coprì fin che poté il Generale e probabilmente agirono anche altre entità. Non fu così purtroppo sbarcati i garibaldini in Calabria, ove la volontà di Rattazzi ebbe la meglio e le Regie navi bombardarono i rivoluzionari, che si inerpicavano sui monti, sino a Gambarie d'Aspromonte: il resto è noto. L'Eroe era condotto alla "disciplina" dalla ragion di Stato!
Catania che mai ha dimenticato l'amore verso Garibaldi e ne serba gelosamente la memoria, ricorda con questo evento di 155 anni fa ed il provlama agli italiani sopra riportato, attraverso il Coordinatore etneo Cav.Dott. Francesco Giordano, le eroiche gesta di libertà del Generale, sempre in prima linea contro ogni forma di tirannide, del pensiero e dell'azione, e intende promuovere ogni iniziativa culturale e sociale àtta a rendere feconda la nostra Storia, che ci fece uniti e grandi dall'Alpe a capo Passero.
Viva Garibaldi, viva la Legione, viva l'Italia!
Catania 24 agosto 2017
Legione Garibaldina Coordinamento di Catania
http://www.legionegaribaldina.org/
domenica 13 agosto 2017
SAR Emanuele Filiberto di Savoja dona 50 mila euro per gli Ordini Dinastici della Real Casa, finanziando la ricostruzione del centro Madonna delle Grazie di Norcia
SAR Emanuele Filiberto di Savoja dona 50 mila euro per gli Ordini Dinastici della Real Casa, finanziando la ricostruzione del centro Madonna delle Grazie di Norcia
Siamo lieti che la Real Casa di Savoja nei suoi Ordini Dinastici, il Maurizio e Lazzaro e l'Ordine al Merito Civile di Savoja, sia presente concretamente, come sempre e da sempre, laddove è sofferenza della italica gente: quando la burocrazia rallenta, la nobile solidarietà avanza...
Da Umbria Journal tv del 12 agosto 2017:
Da Due Mondi news dell'otto agosto 2017:
Una donazione di € 50.000,00 dagli Ordini Dinastici di Casa Savoia per la ricostruzione del Centro Pastorale “Madonna delle Grazie” di Norcia. Questo il dono della Famiglia Reale Italiana e degli appartenenti agli antichi ordini cavallereschi della Dinastia che S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia, Principe di Piemonte e di Venezia, consegnerà il giorno 12 agosto 2017 alle ore 12.00 (Norcia, complesso Madonna delle Grazie) all’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, mettendo a disposizione tale contributo per l’importante iniziativa.
«Sono molto, molto felice di poter tornare a Norcia – dichiara il Principe Emanuele Filiberto – e soprattutto di poter visitare la città portando un segno concreto del nostro amore per questa bellissima città e per uno dei gioielli d’Italia. Quando lo scorso anno si è verificato il sisma che ha devastato l’Italia centrale, il nostro primo pensiero è stato quello di poter aiutare la rinascita di queste zone sostenendo un progetto promosso dall’Arcidiocesi: era un sogno, ma ce l’abbiamo fatta. Sono qui per consegnare all’Arcivescovo Mons. Boccardo, che ha subito accolto con profonda sensibilità ed attenzione il nostro gesto, la somma per la quale ci siamo impegnati e che sarà erogata totalmente per la ricostruzione del Centro Pastorale “Madonna delle Grazie”. Un centro di preghiera, certo, ma anche luogo civico di aggregazione sociale, dove persone anziane e più giovani possono trovarsi attorno ai segni dell’Amore più grande. E questo è bellissimo: un’emozione profondissima e che si colloca in pieno nel segno della tradizione della mia Casa e di quell’attenzione nei confronti delle situazioni di disagio che è da sempre il tratto distintivo degli Ordini Dinastici di Casa Savoia ed in particolare dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. E non potevamo – prosegue – non pensare ad un interlocutore più adatto che l’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, dato lo stretto legame che unisce gli Ordini al Magistero della Chiesa Cattolica e dal primo giorno in prima linea per fronteggiare l’emergenza. Il nostro cuore è con Norcia e con tutti coloro che soffrono».Merli_group_
Successivamente, il Principe e l’Arcivescovo pranzeranno con i volontari della Caritas presenti a Norcia, incontrando le famiglie di coloro che hanno perso le loro dimore durante il sisma. Emanuele Filiberto sarà accompagnato dal Vice Capo del Cerimoniale, dal Delegato e dal Vice-Delegato degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, e da alcuni rappresentanti degli Ordini Dinastici di Casa Savoia.
Il progetto Norcia. La donazione degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, erogata attraverso l’Association Internationale des Chevaliers des Ordres Dynastiques de la Maison Royale de Savoie, sarà destinata alla ricostruzione del Centro Pastorale “Madonna delle Grazie”. Il progetto prevede la riedificazione dell’unico luogo di aggregazione sociale e di svolgimento delle attività pastorali, che avrà i requisiti strutturali di “ricostruzione sicura”. L’ipotesi progettuale per il recupero del Centro Parrocchiale Madonna delle Grazie di Norcia prevede il riutilizzo dell’intera superficie ripartita nei tre livelli originari per ridar vita all’unico edificio religioso, esterno alle mura castellane della città di Norcia, a disposizione dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia.
Gli Ordini Dinastici di Casa Savoia: cosa sono. L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro nasce ufficialmente con le Bolle Pontificie «Christiani Populi» e «Pro Commissa Nobis» promulgate da Papa Gregorio XIII rispettivamente il 16 settembre e il 13 novembre 1572, con le quali si davano disposizioni per ripristinare l’Ordine Militare Religioso di San Maurizio, fondato nel 1434 dal Duca Amedeo VIII di Savoia, ponendolo prima sotto la Regola di San Benedetto della Congregazione Cistercense e poi sotto quella di Sant’Agostino e fondendolo con l’Ordine Militare e Ospitaliero Gerosolimitano di San Lazzaro, fondato nell’XI Secolo. Affidato in perpetuo a Casa Savoia ed ai suoi discendenti, l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro conta oggi circa 3.000 membri distribuiti in molti Paesi del mondo. Tra gli scopi principali dell’Ordine vi è ancora oggi l’esercizio dell’accoglienza ospedaliera. Al riguardo ritorna alla mente quanto scritto negli Statuti dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro del 1608, come indirizzo di vita dei cavalieri mauriziani: «Non essendo la vita dell’huomo che militia sopra la terra come disse quel gran servo di Dio; oltre la militia che averanno da essercitare per difesa, et esaltazione di santa Chiesa con infedeli, et heretici, pensino d’avere continua pugna contra i nemici invisibili della salute nostra, et et per esser più gagliardi, non solo delle forze del corpo, ma di quelle dello spirito». Esso è e rimane nelle tradizioni della nostra storia Patria che non possono fare a meno di dimenticare la funzione fondamentale ed unificatrice che ebbe la Real Casa di Savoia. Dal 1988, all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, si affianca l’Ordine al Merito Civile di Savoia
La lunga tradizione di solidarietà di Casa Savoia. Come sopra descritto, la lunga tradizione di solidarietà di Casa Savoia e degli Ordini Dinastici affonda le sue origini nella storia del nostro Paese. L’attività dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro aveva negli Ospedali Mauriziani (tra cui Torino e Aosta) il suo primo simbolo, mentre molti Sovrani di Casa Savoia si recavano immediatamente in soccorso delle popolazioni colpite dalle calamità naturali. Tra questi episodi, va certamente ricordata la presenza di Re Umberto I e della Regina Margherita a Casamicciola subito dopo il terribile sisma del 1883 o a Napoli durante la terribile epidemia di colera del 1884. Nel 1908, Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena accorsero immediatamente a Messina dopo il disastroso terremoto avvenuto in quell’anno. Secondo la tradizione, Elena si trasformò in una sorta di Stakanof dell’emergenza: scende a terra e prende a vagare tra le macerie in cerca di sopravvissuti senza curarsi del pericolo di crolli o del lezzo dei cadaveri, salva il bambino del bassorilievo mentre una trave le scricchiola sulla testa, trasforma una nave in ospedale da campo dove benda 300 feriti in 4 ore, si precipita a bordo di un incrociatore russo ancorato in porto e supplica il capitano di intervenire dicendogli nella sua lingua “Non è la regina d’Italia né la principessa del Montenegro, ma è una donna e una madre che vi supplica”. Riconoscente, Messina dedicò negli anni ’50 del ‘900, dopo la morte in esilio della Sovrana un bellissimo monumento, frutto di una sottoscrizione collettiva. Ed ancora, durante gli anni di esilio, Re Umberto II fu sempre vicino alle popolazioni colpite dalle alluvioni del Polesine, dal disastro del Vajont, ai familiari di Marcinelle. Più recentemente, gli Ordini Dinastici di Casa Savoia sono stati in prima linea per il terremoto a L’Aquila del 2008 e per l’emergenza in Sardegna del 2013, portando aiuti e conforto. Una tradizione che si rinnova secolo dopo secolo.
http://www.duemondinews.com/nostro-cuore-dono-casa-savoia-la-ricostruzione-norcia/
lunedì 7 agosto 2017
SAR il Principe d'Epiro nominato Grand'Ufficiale di Giustizia e membro del Baliaggio internazionale dell'Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme
SAR il Principe d'Epiro nominato Grand'Ufficiale di Giustizia e membro del Baliaggio internazionale dell'Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme
Con Diploma del 16 giugno 2017, SAR Don Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia Gran Principe d'Epiro, è stato nominato Grand'Ufficiale di II classe di Giustizia dell'Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme, nonché membro del Gran Baliaggio internazionale. Un riconoscimento fondamentale per il nostro Principe e la Real Casa d'Epiro, riconosciuta a livello internazionale.
Di seguito alcune notizie sull'Ordine di San Lazzaro:
Lazzaro il Povero (Vangelo di Luca) o Lazzaro di Betania (Vangelo di Giovanni): a quale di queste due emblematiche Figure si ispirò l’Ordine Militare e Ospitaliero di San Lazzaro di Gerusalemme agli albori della propria storia? Gli Storici sono discordi: chi propende per l’uno, chi per l’altro, chi per tutti e due. Così non è quando i medesimi trattano gli avvenimenti ultramilennari della vita dell’Ordine, riconoscendo unanimemente la veridicità, la valentia e l’importanza di questa Cavalleresca Milizia. Il riconoscimento a tutti gli effetti civili dell’Ordine in Spagna, il riconoscimento quale “Organismo Internazionale con Fini Umanitari” da parte della CEE, il documento Papale citato nel capitolo relativo ai riconoscimenti dell’Ordine e soprattutto la normativa internazionale che dovrà svilupparsi necessariamente, anche in campo cavalleresco, a seguito dell’Unificazione Europea, fanno ben sperare che l’Ordine di San Lazzaro, indipendente e non dinastico, possa finalmente essere autorizzato ad operare in Italia con il pieno riconoscimento dello Stato.Il sunto storico non vuole essere una nuova opera letteraria, ma solamente una raccolta organica di quanto scritto da illustri Storici sull’Ordine di San Lazzaro, atta a chiarirne le vicissitudini e la validità indiscutibile. Questo volume, collegialmente da tutta la Consulta del Gran Priorato d’Italia, viene dedicato a S.A. Don Francisco de Paola Enrique de Borbon y Escasany, felicemente nostro 48^ Unico, Vero e Legittimo Gran Maestro, in segno di profonda deferenza e stima per l’eccellente guida del nostro Ordine.
Altre notizie qui: http://www.omoslj.it/index.php/la-storia/
Sul Gran Maestro dell'Ordine, Don Carlos Gereda y Borbòn Marchese di Almazan:
Don Carlos nació en Uruguay, donde sus padres se habían mudado tras la guerra civil española para ir a una hacienda de ascendencia ancestral. Su posición con respecto a la familia Borbón se establece mediante la línea de Alberto María de Borbón y d'Ast, duque de Santa Elena, noble inferior al duque de Sevilla, su primo, ambos eran descendientes de Carlos IV de España. Esta rama no es considerada parte de la casa real de Borbón en el ámbito nobiliario español.
Con una edad temprana, él regresó a su España natal (familiarmente) antes de que fuese enviado a la Escuela Preparatoria de Ladycross en Sussex, Inglaterra. Desde allí continuó en la Escuela de Downside de la Orden benedictina. Después de completar su educación en Downside regresó a Madrid para estudiar de Ingeniería Industrial en la Universidad.
El 15 de febrero de 1975, Carlos se casó con Doña María las Nieves Castellano y Barón, marquesa de Almazán adquiriendo el título de marqués de Almazán iure uxoris, el marquesado fue creado en 1575 por Felipe II de España.
En 1975 comenzó su carrera profesional de empresario en el ámbito del desarrollo comercial. Su carrera le dio la oportunidad de viajar por el mundo, desde el Lejano Oriente a América del Sur y Europa Central. Él y su esposa, Blanche, vivieron en Buenos Aires desde 1979 hasta 1986, donde estableció una empresa de servicios de petróleo que todavía está en funcionamiento actualmente. Don Carlos está actualmente involucrado en el establecimiento de un Museo de la Ciencia y de ocio en Málaga, España, que espera ser el más importante de su tipo en el Mediterráneo.
El año 2008 en la asamblea general de la Orden, Don Carlos fue elegido como Gran maestre de la Orden de San Lázaro de Jerusalén; aunque él ya era el Gran maestre de la lengua maltesa, sucedió como gran maestre de la Orden unida desde los duques de Sevilla (de la lengua de Malta) y de Brissac (de la lengua de Paris).3 Y prestó juramento solemne frente a otros caballeros y damas de la Orden en la catedral de Mánchester en Inglaterra.
(fonte: https://es.wikipedia.org/wiki/Carlos_Gereda_y_de_Borb%C3%B3n)
https://realecasadiepiro.jimdo.com/notizie/?logout=1
giovedì 27 luglio 2017
Gli assegni dei politici e degli eredi... e i figli degli ex statali possono morire di fame...grazie repubblica!
Da Il Giornale del 27\7\17
http://www.ilgiornale.it/news/politica/vedovi-ereditieri-miracolati-assegni-pazzi-dei-politici-1425168.html
Vedovi, ereditieri, miracolati Gli assegni pazzi dei politici
Chi ha fatto una settimana in Parlamento, chi neanche una seduta d'Aula. Ecco i più bizzarri tra i 2.600 vitalizi
Lodovica Bulian - Gio, 27/07/2017 - 08:01
L'ultima volta che qualcuno gli ha chiesto conto degli oltre duemila euro di vitalizio che percepisce per aver fatto una settimana in Parlamento, l'ex radicale Angelo Pezzana è stato colto da un raptus d'ira e ha preso a spintoni il povero inviato delle Iene.
«Basta, che dovevo dire di no quando tutti dicevano di si?». L'ex collega Piero Craveri, il nipote di Benedetto Croce che in Senato non ha registrato nemmeno una presenza quando ci è entrato nel 1987, si è limitato a un «ma è la legge, vergognatevi voi», quando è stato punto da la Zanzara su quell'assegno che gli ha permesso di incassare finora oltre 500mila euro. Comunque briciole, se si pensa che quando il radicale varcava, si fa per dire, Palazzo Madama, Claudia Colombo aveva appena 15 anni ma oggi, che ne ha 41, è già titolare di un vitalizio da 5.100 euro. Guai a chiamarla però baby pensionata, semmai il copyright ufficialmente sdoganato è «miss vitalizio»: la sua carriera è iniziata da giovanissima, eletta 21enne per la prima volta in consiglio regionale della Sardegna e nel 2009 ne era già presidente, fino al 2014.
Sono solo alcuni dei privilegi e paradossi, viventi o ereditati, che spuntano nel calderone da 2.600 vitalizi che Camera e Senato elargiscono agli ex parlamentari insieme ai 3.538 assegni erogati dalle Regioni ai loro vecchi inquilini. Per tutte, autonome e non che siano, di speciale c'è un trattamento previdenziale per ex consiglieri e famiglie che costa complessivamente 150 milioni all'anno e nonostante le abrogazioni approvate nelle attuali legislature sull'onda dell'indignazione, la tagliola della retroattività ha risparmiato 1.600 pensionati.
Il record di assegni è della Sardegna, che nel 2015 ne ha erogati 236 diretti, eppure la sua unica sforbiciata è stata rinunciare all'adeguamento dei vitalizi all'Istat. La Sicilia, che ha festeggiato a maggio i settant'anni dalla prima Assemblea regionale ogni mese fa i conti con 307 assegni da firmare a ex deputati e loro eredi, per un totale di 17 milioni di euro l'anno. Qui, al settantenne Salvatore Caltagirone sono bastati soli tre mesi e cinque presenze nel parlamentino per percepire oggi tremila euro al mese, e ogni volta è costretto a precisare che «comunque sono 2mila netti». Sono passati 40 anni invece dalla morte del padre Natale, messinese che nel 1947 si candidò col Partito Monarchico, ma da allora la figlia Anna Maria Cacciola percepisce per i 4 anni in Parlamento del babbo un vitalizio da oltre duemila euro al mese. Non esattamente un caso limite, visto che con lei sono 117 gli onorevoli eredi per cui l'isola autonoma sborsa 557mila euro al mese per gli assegni di reversibilità. Tra cui spicca quello di Anna Manasseri, vedova di Vincenzo Leanza: 9.200 al mese da 14 anni, ha rivelato Repubblica. Ma da Nord a Sud, nel grande buco nero per le casse dello Stato da ascrivere alla voce reversibilità dei politici, ci sono i parenti di 1.076 ex parlamentari, quelli di 61 ex consiglieri regionali lombardi, di 49 pugliesi, di 42 ex consiglieri toscani, di 30 del Molise, di 41 ex consiglieri dell'Abruzzo, di 25 ex consiglieri della Valle d'Aosta, di 57 ex consiglieri della Campania, di 21 ex consiglieri della Basilicata. Proprio nella «povera Basilicata», dove un giovane lucano su due è disoccupato, lo stesso consiglio regionale che ha abolito i vitalizi, ora consentirà agli ex colleghi di compensare in 90 giorni i contributi necessari per intascare a 65 anni 1.750 euro al mese. Non si parli di blitz: la maggioranza Pd ha precisato che «tutto legittimo, anzi è una norma più stringente».
Quando un solo assegno non basta, accade anche che le reversibilità si sdoppino. Come per l'ottantenne Giampiero Svevo finito suo malgrado tra i Vampiri del libro di Mario Giordano, visto che da 7 anni incassa le due pensioni della moglie Maria Paola Colombo, che fu senatrice per tre legislature e consigliere regionale: «Una carriera brillante, dalla quale sono scaturiti i due vitalizi, che dopo la sua morte sono diventati, per l'appunto, due vitalizi con reversibilità a vantaggio del signor Giampiero». Emolumenti e cariche elettive si sommano nel conto in banca anche di «rottamati» dall'era renziana come Vladimiro Crisafulli, a cui il Pd ha impedito la candidatura nelle liste nel 2013: si consola con l'assegno dell'Ars da 6mila, a cui aggiunge quello del Senato da 2.698 euro.
Nostro commento sulla reversibilità: la classe politica italiana a livello regionale provinciale e nazionale è una casta, nel senso più spregevole del termine, ove chi non entra è considerato un pària. Esempio lampante: chi ha lavorato per quarant'anni nelle amministrazioni pubbliche dello Stato, non ha il diritto (garantito invece a parlamentari nazionali e regionali) di trasferire la reversibilità o una parte di essa, ai figli, se senza reddito: può accadere solo se questi ultimi sono... invalidi al cento per cento! E' la legge? La stessa legge che permette ai figli, validissimi di corpo e mente, degli ex parlamentari di incassarla, la reversibilità! Cioè la massa di ex impiegati statali non possono se i figli sono disoccupati o in difficoltà, lasciare loro nulla... ma i parlamentari possono invece per i loro figli! I figli degli impiegati statali oggi pensionati, che coi loro contributi reggono la Patria, possono morire di fame, i figli dei politicanti ingrassano. Ma non durerà per sempre.
Grazie INPDAP ora INPS, grazie Stato e Regioni... Grazie repubblica!!! Meglio, molto meglio la Monarchia...
giovedì 13 luglio 2017
Ricordo di Denis Mack Smith, uno storico inglese per l'Italia
Ricordo di Denis Mack Smith, uno storico inglese per l'Italia
Se la storiografia otto-novecentesca italiana ha avuto uno "scienziato" che dall'alto del suo focale inglese l'ha veduta con obiettività e simpatia, questi è stato il professor Denis Mack Smith, morto martedì 11 luglio alla bella età di 97 anni. Dai suoi libri abbiamo appreso, per dirla con Marc Bloch, il "mestiere di storico", che non è necessariamente la conquista della cattedra universitaria -anzi sovente, tranne laudevolissime eccezioni, è la morte della ricerca- , bensì l'indagine onde comprendere fatti e avvenimenti. Era Mack Smith, della generazione di coloro che ci furono Maestri in codesto campo: amico e sodale, nella comune visione di una Europa laica e sociale, scevra da influenze clericali, del chiarissimo professor Giuseppe Giarrizzo, che lo ha preceduto verso l'Eterno a novembre 2015, quasi nonagenario pure lui. Costoro hanno appreso dai Maestri dell'anteguerra, che da noi furono Gentile e Croce, a discernere il grano dal loglio. Non che i "vecchi" sempre focalizzassero tutto: Croce ad esempio fu finissimo storico ma mediocre studioso di letteratura. Pur non di meno, trasmisero ai Mack Smith ed ai Giarrizzo, quelle perle di saggezza, quell'eloquio affascinante, quella retorica necessaria per certe tematiche, oggi frànte. Non ci pare abbiano molti allievi sul campo.
Di Mack Smith la pubblicistica ricorda l'amore per Giuseppe Garibaldi, su cui scrisse una concisa ma bella biografia, ancora insuperata: fu in effetti, il manifesto di un Eroe che non è solo italiano, ma mondiale, un puro, anche se circondato da impuri, per semplificare. Denis Mack Smith fu altresì attento storiografo di Casa Savoia, della quale lesse i pregi e difetti: da monarchico inglese magari deluso, entro una certa visione laicale ma sacrale della Corona. Così le polemiche con la monumentale storiografia di Renzo De Felice su Mussolini, possono ora essere lette con maggiore obiettività: qualità, quella di riconoscere i propri eccessi, che al Mack Smith non mancava. Aveva il dono di farsi capire dalle masse, qualità che difetta parecchio alla storiografia italiana accademica (che anzi...): ciò molto dice.
Scrisse anche una fondamentale storia della Sicilia medievale e moderna, per cui attinse alle informazioni dell'amico e collega Giarrizzo: alcune parti di essa furono contestate, perché il professore britannico era incisivo in certi giudizi lapidari. Però nessuno gli può disconoscere l'acribia scientifica e l'acume analitico. Del resto, sempre in riferimento alla Sicilia, se rileggiamo la storia del Vespro siciliano scritta dall'illustre Michele Amari, nell'esiglio parigino a cui lo costrinse la tirannide borbonica, ci appassioniamo alle storie patrie risorgimentali vedute nella filiera dugentesca: e però, per capire i meccanismi che portarono al mòto panormitano del marzo 1282, è essenziale l'opera, novecentesca, di altro inglese, Stephen Runciman, che svela arcani e segreti non voluti vedere dall'Amari. Che dunque, dobbiamo aver bisogno dell'occhio onniveggente dello storico di Albion, per capire chi siamo, dove andiamo, cosa vogliamo? Forse sì, mettendo un po' da canto il pur giustissimo e necessario nazionalismo. Questo dobbiamo, da allievi (anche se non ébbimo la ventura di incontrarlo di persona ma de relato), allo scomparso professore Denis Mack Smith. Dai suoi libri continueremo ad apprendere "come l'uom s'eterna" e magari, ove egli, il Maestro Giarrizzo ed altri, ora dimorano, ci si guarderà con compiacente sorriso. O almeno, è ciò che teisticamente e tradizionalmente ci si augura.
FGio
domenica 2 luglio 2017
Cavalleria negata...
Riceviamo e pubblichiamo:
PARTITO DELLA
Alternativa Monarchica
LETTERA APERTA
Oggetto: Cavalleria negata
29/06/2017
Nell’epoca “moderna” in cui viviamo, dove la desertificazione ideologica ha visto personaggi come Hitler, Stalin e Pol Pot tentare di livellare l’umanità a seconda dei loro meschini standard, e in un Paese dove si vorrebbe imporre una deforestazione intellettuale per decreto, al fine lasciare vivi solo gl’ulivi, non c’è forse da stupirsi troppo quando questi concetti invadono anche il mondo monarchico… Vladimir Volkoff ebbe a descrivere la Monarchia come una scacchiera, dove ogni pezzo ha una sua funzione e dove prevale il colore in contrasto con la piattezza repubblicana che era da lui paragonata al gioco della dama, dove tutti i pezzi sono uguali… Bene! Oggi ci sono monarchici che nell’artificiale mondo elettronico del web, giocano al quotidiano massacro verso quelli che loro considerano “falsi principi”, “falsi nobili o cavalieri” ecc. e per fare il proprio gioco, li vorrebbero livellare a degli standard burocratici fatti di regole, leggi e leggine, spesso e volentieri con ampia superficialità di giudizio, cioè giudicando dall’aspetto che detti Principi hanno nelle foto… Cioè giudicano senza aver minimamente conoscenza reale del diritto di costoro. Io non metto in dubbio che possano esistere dei “falsi” o dei “criminosi” (e di questo si deve occupare la Magistratura e non i monarchici) ma per quelli che non lo sono e che semplicemente non corrispondono ai canoni che alcuni vorrebbero imporre, a prescindere che in genere questi individui non fanno del male a nessuno e che anzi a modo loro contribuiscono a mantenere vive le tradizioni cavalleresche, c’è da tener ben presente che un Principe, per vero o falso che sia, nel mondo della tradizione, può essere solamente giudicato dai suoi Pari. Questi livellatori ideologici di ciò che riguarda la sfera nobiliare o cavalleresca, sono sostenitori di Vittorio Emanuele IV ma usano gli stessi metodi degli “aostani” che pare abbiano fatto scuola nei loro confronti… addirittura poi sono giunti a negare la trasmissione nobiliare per via femminile, relegandola alle sole famiglie siciliane, dimenticandosi non solo dei sardi, per esempio, ma di tradizioni che non solo corrono per tutta la Penisola italica ma che…. Per farla breve, chiediamo al Principe Carlo di Galles cosa ne pensa lui? Grazie al diritto di sua madre o di suo padre lui sarà il prossimo Re d’Inghilterra e di un’altra trentina di Regni, Stati ecc.? Purtroppo questi superficiali personaggi snob, invece di plaudere al fiorire in repubblica degli ideali cavallereschi e di occuparsi della demolizione del nemico numero uno: la corrottissima classe politica della repubblica italiana, generatrice di corruzione, decadimento economico e morale, di sostanziale distruzione della Nazione e dei valori base stessi su cui si fonda la nostra Patria, passano il proprio tempo a creare altri modi per generare insicurezza tra i monarchici e i tradizionalisti e soprattutto a dividere ulteriormente il nostro mondo, già spaccato da decenni da inutili e estremamente logoranti diatribe interne! La Monarchia è cosa viva e ogni nuovo ordine cavalleresco è una spada in più al servizio della tradizione ed è a questo che dobbiamo principalmente guardare, ricordandoci sempre che comunque gli unici veri cavalieri erano quei Guerrieri dal Sangue Blu che, armati di asce, spade e lance, difendevano una Nazione; Gli ordini cavallereschi moderni, sostanzialmente tutti a pagamento, sebbene si ispirino ai primi, non sono neanche l’ombra della Cavalleria Medioevale su cui si fondano gli ideali della Civiltà Europea. Gl’ideali della cavalleria sono nell’animo dei Giusti, non nelle medaglie, a prescindere da chi le conferisce e al massimo queste devono essere viste come parte di un processo simbolico, atto a mantenere viva la nostra tradizione europea che ribadisco si fonda sulla Cavalleria Medioevale e quindi chi vorrebbe arrogare questo diritto a pochi e negare il proliferare di nuovi ordini cavallereschi, nega i valori su cui si basa la nostra Civiltà Europea e Occidentale.
Matteo Cornelius Sullivan
Reggente del Partito della Alternativa Monarchica
sabato 24 giugno 2017
Piacevole conviviale estiva siciliana di Guardie d'Onore e Ordini Dinastici per il genetliaco di SAR Emanuele Filiberto di Savoia
Piacevole conviviale estiva siciliana di Guardie d'Onore e Ordini Dinastici per il genetliaco di SAR Emanuele Filiberto di Savoia
Sapientemente organizzata dalla sezione Vicaria di Catania degli Ordini Dinastici di Casa Savoja, diretta dal Cav.Uff. Avv. Giovanni Vanadia e dalla delegazione catanese dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, guidata dal Cav.Uff. Ing. Salvatore Caruso, si è svolta il 23 giugno u.s. la cena conviviale, in onore di SAR Emanuele Filiberto di Savoja Principe di Piemonte e Venezia, che il giorno precedente festeggiò il suo genetliaco.
In un noto locale della collina catanese, i convenuti, tra Guardie d'Onore ed insigniti -i cui ruoli sovente coincidono-, si amalgamarono in atmosfera di festa per la sospensione estiva delle attività della Delegazione INGORTP e degli OO.DD., che come di consueto riprenderanno a fine settembre. Fu una piacevole occasione la quale, oltre al doveroso omaggio al Principe erede della millenaria dinastia di Savoja a cui l'Italia deve la sua unità, e la Sicilia lo Statuto speciale autonomista, vide insieme il Delegato regionale degli OO.DD. Gr.Uff. Avv. Francesco Atanasio e signora, con le delegazioni di Siracusa, Enna e Messina, quest'ultima guidata dal rev. Don Andrea Di Paola. Col brindisi rituale in onore di SAR Emanuele Filiberto, anche se la conviviale fu informale, si convenne onde stabilire e consolidare quei legami sociali, indispensabili tra i monarchici di Sicilia, che numerosi intendono manifestare la loro fede e devozione all'augusta sabauda dinastìa. Tra i presenti, l'Ispettore INGORTP Sicilia Giuseppe Restifo, il Comm. Francesco Calabrese Di Martino e signora, le GdO di Catania anche insigniti OMS Giuseppe Valore con la sorella Pina, Grazia Caruso, Vincenzo Villani, Vito Aversa, Giuseppe Campanella, Francesco Giordano, Enza Speranza e Luciano Costanzo, Cecilia Vanadia, le GdO Giuseppe La Torre, Marco Dolci, i Consultori Filippo Cuva, Pietro Suriano e Mauro Guarino con le consorti, alcuni simpatizzanti e i molti altri delle province messinesi siracusane ed ennesi.
***
giovedì 22 giugno 2017
Chi nasconde la verità sul terrorismo islamico? Un interessante articolo...
La polizia tedesca ordina: non dite la verità sul terrorismo islamico
La premessa dà già il tono:Il Corriere del Ticino, principale testata del gruppo che dirigo, ha pubblicato questa mattina un documento riservato del Bundeskriminalamt (BKA) la Polizia criminale tedesca. Si intitola «Come agire in presenza di attacchi terroristici” e contiene le linee guida sulle informazioni da trasmettere alla stampa in queste circostanze. L’intenzione è lodevole: evitare il diffondere di allarmismi, ma le conseguenze pratiche sono sorprendenti. E inquietanti.
“Nell’anno elettorale 2017 non ci sarà alcun attentato, almeno se si sarà in grado di evitarlo. Ciò significa che, non importa quanto siano sicuri dei fatti i funzionari in campo, davanti alla stampa e all’opinione pubblica, per cominciare, si deve negare sempre tutto. Lo staff di consulenza del Governo ha bisogno di tempo per illustrare l’accaduto e per mettere insieme un racconto credibile agli occhi dell’opinione pubblica».Capito? E ancora:
«Le lettere di rivendicazione devono essere citate solo se necessario, ma senza fornire particolari. In caso di dubbio, escludere l’attacco terroristico. Divulgare la teoria dell’autore singolo, come pure quella della persona psichicamente disturbata. In aggiunta: evitare sempre, per cominciare, di parlare di IS (Stato islamico, n.d.r.) o di Islam».L’autore dello scoop, Stefan Müller, cita un esempio concreto: l’attentato di Dortmund dell’11 aprile contro il bus dell’omonima squadra di calcio. La polizia, dopo una decina di giorni, annunciò che era stato compiuto da Sergej W. (28.enne russo-tedesco nel frattempo arrestato a Tubinga), che aveva ordito l’attentato per speculare in Borsa. Versione, che all’epoca aveva suscitato non poche perplessità. Dal documento scoperto dal Corriere del Ticino si scopre che era giunta una rivendicazione dell’Isis, mai però comunicata ai media. Inevitabile chiedersi adesso: Chi è stato davvero? Sergei o un fanatico del Califfo?
Molto interessante anche la parte del documento in cui, rilevando un netto aumento dei fenomeni terroristici in Europa, si osserva che il quadro è andato peggiorando con «l’apertura delle frontiere da parte di Merkel». Ovvero la Polizia criminale tedesca avvalora l’equazione che le sinistre tendono a liquidare come un pregiudizio o un teorema populista: più immigrati fuori controllo, più terrorismo. La BKA parla di un traffico di passaporti rubati usati dagli attivisti dell’Isis in Europa.
«Dieci milioni di visitatori stranieri all’anno entrano in Germania con passaporti falsi o rubati. In tal senso è possibile correlare la quantità di passaporti rubati con Al Qaeda (IS) e le attività terroristiche islamiste».Sono menzognere anche le cifre sull’immigrazione clandestina, almeno quelle comunicate in Germania. Leggete questo passaggio del rapporto:
«La percentuale degli ingressi illegali è cresciuta del 70%. I colleghi italiani prevedono l’arrivo di circa 350 mila, fino a 400 mila migranti dall’Africa nell’anno 2017. Verso l’esterno, alla stampa e ad altri media, indichiamo una cifra di 250 mila unità».E lo stesso vale per i crimini ordinari commessi dagli immigrati. Nel 2015 erano 309 mila, nel 2016 sono saliti a 465 mila. Queste cifre, peraltro, non contengono reati contro l’asilo e la socialità.Ma “ai media – si legge nel rapporto – si parla rispettivamente di 209 mila reati e di 295 mila». Ben 170 mila in meno.
Decisamente esplosivo questo passaggio del rapporto:
«Mai parlare di migranti economici. La sollecitazione giunge direttamente dal ministro della Cancelleria e dal portavoce del Governo. Queste indicazioni sono tassative, per chi non le rispetta sono previste sanzioni severe, procedure disciplinari e il licenziamento dalla polizia».Sia chiaro: le autorità, da sempre, si riservano una certa discrezionalità nel diffondere le notizie più sensibili o per proteggere agenti infiltrati. Non dicono mai tutta la verità, com’è ovvio. Ma il quadro che emerge da questo rapporto va oltre i normali confini dell’intelligence.
Quando si modificano sistematicamente le statistiche, quando si tenta di dissimulare gli attentati fino a dare istruzioni per fabbricare versioni credibili agli occhi dell’opinione pubblica, quando un governo vieta di parlare di “migranti economici” si è in presenza di un metodo per la creazione di Post Verità governative o, se preferite, di una manipolazione sistematica delle informazioni.
E tutto questo al fine di non turbare il processo elettorale, dunque di non intralciare la campagna elettorale della cancelliera Merkel.
Cose che capitano nella democratica Germania.
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa/2017/06/20/la-polizia-tedesca-ordina-non-dite-la-verita-sul-terrorismo/#
domenica 28 maggio 2017
La Delegazione di Catania delle Guardie al Pantheon onora i Caduti con la Messa del 24 maggio
La Delegazione di Catania delle Guardie al Pantheon onora i Caduti con la Messa del 24 maggio
Nella ricorrenza di Maria Ausiliatrice, Regina del Cielo per i cristiani cattolici, memoràndo l'inizio della prima guerra mondiale che vide il compiersi della Unità Nazionale col sagrifizio di tantissimi combattenti, si è svolta il 24 maggio u.s. la S.Messa officiata da Monsignor Gaetano Zito, Vicario per la Cultura della Diocesi etnea, nella monumentale chiesa di San Nicola la Rena di Catania.
Hanno partecipato diverse associazioni d'Arma, fra cui la Cavalleria, i Finanzieri, i Bersaglieri, i Carabinieri, la Polizia di Stato. La Messa è stata organizzata dalla Delegazione catanese dell'INGORTP, guidata dalCav.Uff.Ing. Salvatore Caruso, nonché dal Corpo delle Guardie Nobili ai Sacrari. Hanno altresì partecipato l'Associazione Nazionale del Fante di Catania e la Legione Garibaldina coordinamento di Catania; contemporaneamente a Roma al Pantheon i vertici della Legione Garibaldina rendevano gli onori ai Re d'Italia.
La chiesa catanese ospita il Mausoleo- Sacrario dei Caduti della grande guerra e del secondo conflitto, inaugurato nel maggio 1930 dall'Augusto Sovrano Re Vittorio Emanuele III, ove si è deposta una corona d'alloro ed intonata "La leggenda del Piave", in ricordo dei Caduti.
Il Delegato Caruso ha fatto leggere il proclama del "Re Soldato" alle truppe, lanciato allo scoppio del primo conflitto, ove ricorda i "termini sacri" dei confini della Patria. L'evento è stato molto intenso e partecipato; per gli Ordini Dinastici di Casa Savoja era presente il Vicario di Catania Cav.Uff. Giovanni Vanadia; ha partecipato il consigliere nazionale ANMI C.V. Avv. Mario Dolci; presenti le GdO Aversa Vito, Caruso Grazia, Caruso Salvatore, Costanzo Luciano, Dolci Marco, Gatto Antonio, Giordano Francesco, Guarino Mauro, La Torre Giuseppe, Lo Presti Santi, Novara Maria, Sorbera Beniamino, Suriano Pietro, Tringali Salvatore, Vella Lucio, Villani Conti Vincenzo; le GdO Aversa, Caruso G., Caruso S., Giordano, Guarino, Suriano, Villani Conti sono anche insigniti degli OO.DD. sabaudi a vario titolo.
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martedì 23 maggio 2017
Brillante conferenza del Dottor Francesco Giordano, Cavaliere dell'Ordine al Merito Civile di Savoja, su Carlo Delcroix nella sede di Catania della Delegazione delle Guardie al Pantheon
Brillante conferenza del Dottor Francesco Giordano, Cavaliere dell'Ordine al Merito Civile di Savoja, su Carlo Delcroix nella sede di Catania della Delegazione delle Guardie al Pantheon
Nella sede di Catania della Delegazione dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, la GdO Dottor Francesco Giordano, Cavaliere dell'Ordine al Merito Civile di Savoja, sabato 20 maggio u.s. ha intrattenuto il qualificato uditorio di Guardie ed amici, con la relazione titolata "Carlo Delcroix, il mago della Parola di una Italia che non è più". Il testo dell'intervento, come molti altri, è stato editato nella Collana di studi di dottrina monarchica, omonimo Centro Studi istituito il 1\9\1999, curata ed edita dal Gr.Uff. OMS Giuseppe Valore.
Dopo l'introduzione del Delegato INGORTP etneo Cav.Uff.Ing.Salvatore Caruso, il Cav.Dott. Giordano, andando a braccio e seguendo il "fil rouge" della passione monarchica, ha brillantemente tratteggiato la figura di Carlo Delcroix, combattente, grande invalido e mutilato della prima guerra mondiale, sottolineandone le doti umane, morali e soprattutto letterarie. Delcroix, ha precisato l'oratore, fu un vero "aedo del Dolore", un monarchico fervente sempre fedele alla Real Casa di Savoja nei suoi Re, un oratore fecondissimo sia durante il regime fascista che nella repubblica, quando venne eletto alla Camera deputato per il partito monarchico. Oltre che luminoso scrittore, fu anche personaggio della letteratura, venendo citato ben sei volte da Ezra Pound e in un memorabile capitolo, da Ada Negri. Il Cav.Dott. Giordano ha concluso la sua conferenza molto apprezzata dai presenti, col rammentare che gli eroi pubblici, come Delcroix (che si spegneva nel 1977) come quelli ignoti, mai non muoiono se ne viene ravvivato con intensità il ricordo.
Il video con brani della conferenza:
venerdì 19 maggio 2017
Il Coordinatore di Catania della Legione Garibaldina interviene alla presentazione del libro "Piume baciatemi.." ispirato alla vita del bersagliere Damaggio eroe del Pasubio nella Grande Guerra
Il Coordinatore di Catania della Legione Garibaldina interviene alla presentazione del libro "Piume baciatemi.." ispirato alla vita del bersagliere Damaggio eroe del Pasubio nella Grande Guerra
Nel pomeriggio del giorno 11 maggio, nei locali di villa Fortuna ad Acitrezza (Ct), affacciata sullo splendido lungomare dei Ciclopi, sede della Pro Loco, si è tenuta a cura del Centro Studi Acitrezza diretto da Giovanni Castorina, la presentazione del libro "Piume baciatemi...", biografia romanzata del bersagliere Salvatore Damaggio eroe della Grande Guerra, scritto da Vera ambra ed edito da Akkuaria Edizioni. Con la decisiova presenza dei componenti della locale Associazione Nazionale Bersaglieri, di cui sono intervenuti il Presidente regionale e quello sezionale, e l'intervento del giornalista Daniele Lo Porto, segretario Assostampa nonché vice presidente della locale sezione della Associazione Marinai d'Italia e autore della prefazione del libro, l'evento è stato ben partecipato.
Il Coordinatore per Catania e provincia della Legione Garibaldina, Cav.Dott.Francesco Giordano, invitato a tenere un intervento -anche in quanto autore della postfazione del libro-, ha intanto voluto portare il saluto della Legione a codesto evento che rammemora, nella figura del Tenente Damaggio che tenne la cima del monte Pasubio in condizioni difficilissime nel luglio 1916 meritandosi la medaglia al valore, tutti i combattenti del primo conflitto mondiale, "un massacro", ha detto il nostro esponente, "ove la maggioranza dei Fanti provenivano dalla Sicilia e dal Sud: neppure si comprendevano perchè la lingua italiana parlata non era troppo diffusa seppure la legge Coppino del 1877 istituiva, e fu merito del governo unitario nazionale mentre i Borboni mai vollero istruire le masse, la scuola elementare gratuita e pubblica per tutti: fu lo spirito di corpo e la vita comune nelle trincee accomunati dalla medesima fede nella Patria, ammantata dal sacro tricolore, che compì il miracolo della compiuta Unità nazionale . "La Legione Garibaldina", ha proseguito Giordano, "già nel 1914 partecipava alla grande guerra coi battaglioni di volontari nell'esercito di Francia, pugnando nelle Argonne al comando di Peppino Garibaldi figlio di Ricciotti e lasciando sul campo Bruno e Costante Garibaldi, per poi dopo l'ingresso dell'Italia nel conflitto, confluire nel Regio Esercito".
Ha quindi ricordato la genesi della Legione, direttamente dal Corpo dei Volontari poi Esercito Nazionale che, al grido di "Italia e Vittorio Emanuele", unificarono la Patria con la mitica spedizione dei Mille dalla Sicilia a Napoli nel maggio 1860, or sono 157 anni; come la Legione Garibaldina si sia coperta di gloria nella guerra per la libertà della Grecia e dell'Epiro combattendo a Domokos nel 1897, al comando di Menotti Garibaldi, il cui battaglione era composto da 50 volontari siciliani e catanesi, tra cui il valoroso deputato e poi Sindaco etneo Giuseppe de Felice Giuffrida; ha altresì ricordato che se è bene che i Bersaglieri, "una specialità del Regio Esercito prima e dell'Esercito della Repubblica oggi, nelle loro associazioni, diffondano l'amor patrio anche nelle scuole, questo mai deve far dimenticare il sagrifizio di coloro che non tornarono, i morti ed i dispersi, che solo ebbero la gloria muta di compiere il loro dovere, non ad altro aspirando che alla Liberta italiana, quindi alla nostra": in questo senso, ha precisato il Coordinatore etneo della Legione, "è importantissimo spiegare ai ragazzi il significato della Storia, particolarmente del Milite Ignoto, simbolo di tutti i caduti senza nome, verso cui deferente leviamo il nostro pensiero; la Legione è lieta di condividere questo evento patriottico, nella speranza che si persegua la diffusione dei valori della conoscenza ed amore per la nostra Italia, una e libera". L'evento si è concluso con la preghiera del Bersagliere, al suono dell'attenti intonato da un militare, e il ricordo del Damaggio, decorato dell'ordine della Corona d'Italia e nel volume liberamente descritto nei suoi travagli interiori. *
*Si ringrazia la signorina Roberta Celano per le foto gentilmente concesse
giovedì 11 maggio 2017
La Legione Garibaldina festeggia l'anniversario della sua fondazione a Catania rendendo onore al busto del Generale Garibaldi al giardino Bellini, 7 maggio 2017
https://www.facebook.com/Legione-Garibaldia-Coordinamento-Regioni-Calabria-Campania-Sicilia-110689492833982/?hc_ref=PAGES_TIMELINE
martedì 9 maggio 2017
Catania / Concerto del duo Celano- Sorley e un libro per scoprire la storia dell’Epiro, piccolo Stato dei Balcani
Dal periodico cattolico "La Voce dello Jonio" di Acireale (Ct), 7 maggio 2017
Catania / Concerto del duo Celano- Sorley e un libro per scoprire la storia dell’Epiro, piccolo Stato dei Balcani
Nella sala dell’Unione ciechi di Catania si è svolto “Epiro Concert”, concerto di arie e opere del mezzosoprano Roberta Celano e del pianista Alistair Sorley, in occasione della presentazione del libro “Il regno d’Epiro nell’Europa di ieri e di oggi”.
Il concerto, organizzato dall’associazione Agimus diretta dal maestro Giovanni Cultrera, dalla delegazione di Sicilia e Malta della Real Casa d’Epiro e dall’associazione Akkuaria, ha visto perfettamente fondersi un momento di grande cultura e di eccellente musica.
Il pubblico è rimasto estasiato dalla soave voce del mezzosoprano Roberta Celano, accompagnata dal pianista Alistair Sorley, due giovani talenti che hanno incantato tutti, sia gli appassionati del bel canto sia coloro che sono più lontani da questa melodiosa musica
Roberta Celano, nata a Catania nel 1990, sin dalla più tenera età si dedica allo studio del pianoforte per poi intraprendere lo studio del canto lirico. Il suo percorso artistico è già molto ricco nonostante la giovane età, infatti per ben dieci anni fa parte del coro dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania. Vincitrice del 4° concorso internazionale del bel canto “Simone Alaimo” come ruolo e voce rossiniana, è stata Rosina nel “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini nella rappresentazione che è stata allestita la scorsa estate nella corte di Casa san Tommaso a Linguaglossa.
L’inglese Alistair Sorley, virtuoso del pianoforte, all’età di 16 anni ottiene una borsa di studio alla Royal Academy of Music di Londra diplomandosi in violino e pianoforte.
Dopo l’esecuzione di alcuni brani da parte di Sorley e della Celano è stato presentato al pubblico il libro “ Il regno d’Epiro nell’Europa di ieri e di oggi”. Autori del volume il dott. Francesco Giordano, il prof. Aldo Colleoni e l’esperto russo di araldica Valery Pavlovich Yegorov, la prefazione al testo è stata curata da Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia Gran Principe d’Epiro.
Dopo l’intervento dell’editore Vera Ambra, il delegato epirota dott. Giordano ha brevemente raccontato la storia della stesura del libro, un lavoro certosino e pieno di fonti storiche che rendono prezioso questo volume non solo per gli appassionati di storia ma per tutti coloro che vogliono scoprire le vicende di questa piccola nazione dei Balcani poco conosciuta e della Casa Reale epirota oggi, con gli ordini cavallereschi e diritti dinastici. Il piccolo Stato con le lunghe vicende che si sono succedute in tanti secoli, sorge alla vigilia della Grande Guerra, ma ben presto viene fagocitato dalle vicende belliche che spargeranno tanto sangue nel continente europeo. La lettura di questo libro è dunque fonte di luce e scoperta di eventi storici, di pagine di vita poco conosciute e tutte da scoprire. A conclusione della serata, prima dei saluti il dott. Giordano ha consegnato al maestro Giovanni Cultrera, che da oltre un ventennio cura la rassegna musicale dell’Unione ciechi di Catania, la pergamena di Cavaliere dell’Ordine Equestre dell’Aquila d’Epiro.
Gabriella Puleo
http://www.vdj.it/?p=48771
Catania / Concerto del duo Celano- Sorley e un libro per scoprire la storia dell’Epiro, piccolo Stato dei Balcani
Nella sala dell’Unione ciechi di Catania si è svolto “Epiro Concert”, concerto di arie e opere del mezzosoprano Roberta Celano e del pianista Alistair Sorley, in occasione della presentazione del libro “Il regno d’Epiro nell’Europa di ieri e di oggi”.
Il concerto, organizzato dall’associazione Agimus diretta dal maestro Giovanni Cultrera, dalla delegazione di Sicilia e Malta della Real Casa d’Epiro e dall’associazione Akkuaria, ha visto perfettamente fondersi un momento di grande cultura e di eccellente musica.
Il pubblico è rimasto estasiato dalla soave voce del mezzosoprano Roberta Celano, accompagnata dal pianista Alistair Sorley, due giovani talenti che hanno incantato tutti, sia gli appassionati del bel canto sia coloro che sono più lontani da questa melodiosa musica
Roberta Celano, nata a Catania nel 1990, sin dalla più tenera età si dedica allo studio del pianoforte per poi intraprendere lo studio del canto lirico. Il suo percorso artistico è già molto ricco nonostante la giovane età, infatti per ben dieci anni fa parte del coro dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania. Vincitrice del 4° concorso internazionale del bel canto “Simone Alaimo” come ruolo e voce rossiniana, è stata Rosina nel “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini nella rappresentazione che è stata allestita la scorsa estate nella corte di Casa san Tommaso a Linguaglossa.
L’inglese Alistair Sorley, virtuoso del pianoforte, all’età di 16 anni ottiene una borsa di studio alla Royal Academy of Music di Londra diplomandosi in violino e pianoforte.
Dopo l’esecuzione di alcuni brani da parte di Sorley e della Celano è stato presentato al pubblico il libro “ Il regno d’Epiro nell’Europa di ieri e di oggi”. Autori del volume il dott. Francesco Giordano, il prof. Aldo Colleoni e l’esperto russo di araldica Valery Pavlovich Yegorov, la prefazione al testo è stata curata da Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia Gran Principe d’Epiro.
Dopo l’intervento dell’editore Vera Ambra, il delegato epirota dott. Giordano ha brevemente raccontato la storia della stesura del libro, un lavoro certosino e pieno di fonti storiche che rendono prezioso questo volume non solo per gli appassionati di storia ma per tutti coloro che vogliono scoprire le vicende di questa piccola nazione dei Balcani poco conosciuta e della Casa Reale epirota oggi, con gli ordini cavallereschi e diritti dinastici. Il piccolo Stato con le lunghe vicende che si sono succedute in tanti secoli, sorge alla vigilia della Grande Guerra, ma ben presto viene fagocitato dalle vicende belliche che spargeranno tanto sangue nel continente europeo. La lettura di questo libro è dunque fonte di luce e scoperta di eventi storici, di pagine di vita poco conosciute e tutte da scoprire. A conclusione della serata, prima dei saluti il dott. Giordano ha consegnato al maestro Giovanni Cultrera, che da oltre un ventennio cura la rassegna musicale dell’Unione ciechi di Catania, la pergamena di Cavaliere dell’Ordine Equestre dell’Aquila d’Epiro.
Gabriella Puleo
http://www.vdj.it/?p=48771
martedì 2 maggio 2017
Grande successo del concorso letterario "Il Mito Greco" a Catania, organizzato da Akkuaria e dalla Delegazione di Sicilia e Malta della Real Casa d'Epiro
Grande successo del concorso letterario "Il Mito Greco" a Catania, organizzato da Akkuaria e dalla Delegazione di Sicilia e Malta della Real Casa d'Epiro
Con notevole concorso di pubblico, si è svolta sabato 29 aprile 2017 alle ore 20.00 presso la Biblioteca “Vincenzo Bellini” in Catania, via Antonino Di Sangiuliano, 307, la Cerimonia di Premiazione del Concorso Letterario “Il Mito Greco dai mille volti e dai mille nomi”.
L’iniziativa è stata organizzata con l’Alto Patrocinio della Real Casa dell’Epiro e di S.A.R. e Serenissima Don Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia per Grazia di Dio e per chiamata Gran Principe d’Epiro, dalla Delegazione di Sicilia e Malta della Real Casa d’Epiro nella persona del Delegato Nob. Comm. c.pl. Dott. Francesco Giordano, dall’Associazione Culturale Internazionale Epiro Reale Accademia Reale Internazionale di Santa Sofia nella persona del Presidente N.D. Principessa Giuseppina Sacchi di Nicopoli e d’Epiro, dall’Associazione Culturale Akkuaria nella persona del Presidente N.D. Vera Ambra.
Dopo i saluti di prassi, il Delegato della Casa d'Epiro Comm. Francesco Giordano, ha premiato, assistito dalla poetessa e scrittrice Gabriella Rossitto, i ragazzi della V ginnasiale del liceo Classico "Amari" di Giarre, che con l'ausilio importante della loro insegnante prof.ssa Mariuccia Stelladoro, hanno ottenuto la presenza nella antologia ivi lanciata, con le loro opere.
Sono stati premiati in seguito i finalisti del concorso; la serata molto partecipata ed affollata ha altresì avuto degli interventi liberi degli autori di Akkuaria (da segnalare la lettura dei versi di Kostantino Kavafis da parte della scrittrice Mariella Sudano); precedentemente, il Delegato epirota Comm. Giordano ha consegnato alla N.D. Vera Ambra, le pergamene che il Principe d'Epiro Don Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia ha assegnato alle Edizioni Akkuaria insignite della prestigiosa qualifica di Editore della Real Casa d'Epiro. La serata si è chiusa con la frase greca "Elefterìa i thanatos", "libertà o morte", pronunziata dal Delegato della Casa d'Epiro.
Queste le opere finaliste
sezione poesia
Cerimonia di Alessandra Cannovale
Narciso di Alessandra Felli
Lago di Pergusa di Antonella Cardella
Il dono di Atena di Carlo Lottek Landriscina
Inno a Venere di Giuseppe Stefano Proiti
Didone di Lucia Zappalà
Tu come nel mito di Pippo Nasca
Silloge di poesia
Venite o Dèi a visitarci di Salvo Leone
Lo specchio di Afrodite di Antonio Contoli
Sezione narrativa
Iris di Angela Russo
La sala del trono di Calogero Restivo
Solo gli Dèi ci rendono eroi di Carmelo Scardaci
Prometeo outsider di Emanuele Salemi
Tre di Giuseppe Pisasale
Lena, la bella tessitrice di Gualtiero M. F. Schirinzi
Io, Hank e Zorba il greco di Nazareno Anniballo
Maratona 490 a. c. di Piero Pizzo
Un volo nel mito di Pippo Nasca
Silloge di narrativa
Metamorfosi di Ulisse, Raccolta di Carlo Lottek Landriscina
Sezione saggistica
Tra Miti e Leggende di Pippo Nasca
I Miti Greci e le leggende dell’Etna
Lavoro di ricerca di gruppo degli studenti del Liceo Classico “Michele Amari” Giarre (Catania) diretti dalla prof.ssa Mariuccia Stelladoro e coordinati da Valeria Strazzeri e Giuliana Ardito (classe VC)
Il Mito dell’Ade e la bocca dell’inferno
Federica Andò, Carlotta Malfitana, Maria Pia Pennisi, Noemi Zuccaro (classe VC)
Il Mito di Efesto
Cristina Murabito, Marta Aci (Classe VC)
Ade e Persefone
Mario Damusco, Marica Guarrera, Lara Pistorio, Giuliana Rametta, Liliana Samperi (classe VA)
Il Mito di Aci e Galatea
Sofia Incognito, Lucia Lombardo, Alessandro Pagano, Giuseppe Parisi (classe IVA)
Il Mito di Bronte
Maria La Spina, Claudia Vaccaro (classe VB)
Il Mito di Tifeo
Gaia Rametta, Azzurra Musumeci, Smeralda Grasso, Ludovica Testa, Francesco Marzullo (Classe IVC)
Re Artù e l’Etna
Federica Andò, Carlotta Malfitana, Maria Pia Pennisi, Noemi Zuccaro (classe VC)
La Leggenda del Sacro Graal
Maria La Spina, Claudia Vaccaro (classe VB)
La Pantofola della Regina Elisabetta
Mario Damusco, Marica Guarrera, Lara Pistorio, Rametta Giulianam Liliana Samperi (classe VA)
Il Castagmo dei cento cavalli
Sofia Incognito, Lucia Lombardo, Alessandro Pagano, Giuseppe Parisi (classe IVA)
Colapesce
Maria Maugeri, Alessia Maugeri (classe VC)
Empedocle
Gaia Rametta, Azzurra Musumeci, Smeralda Grasso, Ludovica Testa, Francesco Marzullo (classe IVC)
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