Riceviamo e pubblichiamo:
PARTITO DELLA
Alternativa Monarchica
alternativamonarchica@gmail.com
P.d.A.M.
COMUNICATO STAMPA
Oggetto: Ius Culturae
02/11/2017
Il Partito della Alternativa Monarchica comunica: le drammatiche conseguenze per l'Italia non sarebbero determinate solo dallo Ius Soli ma anche dallo Ius Culturae, che viene tenuto ben nascosto nei salotti TV. La materia è complicata e coinvolge la legge vigente. Per lo Ius Soli: chi nasce e studia in Italia ha la cittadinanza, a patto che uno dei genitori abbia il permesso di lungo periodo. A questo punto il bambino è italiano ma i genitori stranieri. Il punto dolente sono i ricongiungimenti famigliari, secondo la legge del 1992 uno straniero può ricongiungersi coi famigliari ma a certe condizioni: in primis dimostrare un reddito adeguato e un alloggio adeguato. Con un figlio italiano le cose cambiano: il cittadino italiano ha il diritto di ricevere i parenti di primo grado senza dover dimostrare alcun requisito. Questo significherà: famiglie di 3-4 persone che ricevono altrettante persone dall'Estero, tutti a carico di un “capofamiglia” magari precario o futuro disoccupato e tutti a carico del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Ius Culturae: il DDL prevede anche un'opportunità per gli stranieri tra i 12 e i 18 anni presenti in Italia. La possibilità è di diventare italiani dopo aver frequentato un corso di formazione professionale anche triennale. Questo vuol dire che: lo straniero presente nel centro d'accoglienza, o uno delle migliaia di “fantasmi” di cui magari non si sa nulla, frequenta un corso, eventualmente anche all'acqua di rose, e dopo tre anni diventa cittadino italiano. C’è da domandarsi chi gestirà il business dei corsi ed è alquanto probabile che sia il solito PD e i centri “cattocomunisti”… Ovviamente gli stessi “altruisti” che hanno gestito “l'invasione”. I buonisti sostengono però: “Ma c'è il requisito dei 6 anni di permanenza in Italia...” sì, ma quanti sanno dell'obbligo per i responsabili dei centri di accoglienza di dare a tutti gli ospiti la residenza fin dal primo giorno? Tutti i clandestini, compresi quelli che se ne sono già andati dai centri, hanno già la residenza in Italia, chi da 1, chi da 2 chi da 3 e più anni; per gli altri basterà dimostrare di essere arrivati qui da tot di anni. Quindi: attestato di partecipazione in mano, infarinatura di un lavoro e cittadinanza italiana. Poi anche per questi: ricongiungimenti famigliari, tutti a carico di un “lavoratore” che riesce a mantenere tutti i suoi parenti. Se per ogni straniero diventato “magicamente” cittadino ci saranno altri 3 o 4 famigliari ricongiunti dall'estero, a quel punto parliamo almeno di 1,5 milioni di nuove bocche da sfamare. Questa è la realtà dei fatti, queste sono le leggi, questo è la lungimiranza del DDL che genererà un paese di sottoproletari, in miseria, disposti a qualsiasi lavoro e un’Italia popolata da stranieri, prevalentemente non compatibili alla nostra società, e questa sarà la fine etnica e culturale dell’Italia.
Il Partito della Alternativa Monarchica